Campania – Una delle misure chiave per il rilancio dell’export italiano dopo l’emergenza coronavirus deve essere la ratifica del CETA, l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada, già operativo a livello comunitario ma che necessita di una ratifica degli Stati membri per la sua piena attuazione.
A partire da questa convinzione Euromed International Trade, società di consulenza specializzata nell’internazionalizzazione delle imprese, presenta il nuovo volume “Export e tutela del Made in Italy – Le positività dell’accordo di libero scambio tra l’Europa ed il Canada“, a cura di Sergio Passariello, Ceo di Euromed, con la collaborazione degli studiosi Arianna Crea e Francesco Barbera.
Il volume ripercorre l’assetto normativo del Ceta, la posizione dell’Italia e i vari settori che avranno ricadute positive dalla ratifica di questo accordo: gli appalti pubblici, gli investimenti, il Made in Italy nell’agroalimentare, la proprietà intellettuale, il soggiorno, il riconoscimento delle reciproche qualifiche professionali, gli OGM con le misure sanitarie e fitosanitarie.
Questo focus è il risultato di uno studio approfondito, realizzato attraverso il confronto anche con altri volumi e con diverse autorità, a partire dal Ministero dello Sviluppo Economico italiano.
Una copia gratuita del volume, in formato digitale, è disponibile per i lettori del portale Imprese del Sud. Per effettuare il download gratuito basta compilare un breve form contatti disponibile al seguente link:https://www.impresedelsud.it/euromed-international-trade-presenta-il-focus-ceta/
Si tratta del compimento di un grande lavoro che Euromed International Trade e Imprese del Sud hanno portato avanti per sostenere la ratifica italiana del CETA con fermezza e coerenza sin dal giorno della sua approvazione in sede europea.
E adesso, in un clima di vera emergenza, torniamo a ribadire attraverso questo speciale di Euromed International Trade che non solo questa ratifica è necessaria, ma anche urgente per dare un’accelerata all’export dei prodotti made in Italy, i quali non possono contare su un mercato interno mai ripartito con slancio dopo la crisi economica globale scoppiata nel 2008, e oggi ancora più in contrazione per effetto dell’emergenza economica conseguente alla pandemia da coronavirus.
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