Esplosione al deposito di Calenzano: ipotesi di mancata osservanza delle procedure di sicurezza

Primo Piano – Lunedì scorso, una drammatica esplosione ha scosso il deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze, causando la morte di cinque persone e il ferimento di oltre venti, tre delle quali in gravi condizioni. La Procura di Prato ha avviato un’indagine per fare luce sulle cause dell’incidente, avanzando ipotesi che puntano a una possibile inosservanza delle rigide procedure di sicurezza previste.

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Secondo quanto riportato nel decreto di perquisizione emesso dalla Procura, la causa dell’esplosione potrebbe essere stata una fuoriuscita di carburante nella parte anteriore della pensilina di carico. Questa anomalia sarebbe riconducibile a una condotta “scellerata” del personale operativo, che potrebbe non aver rispettato le normative di sicurezza.

Le ipotesi di reato al momento riguardano omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri, e rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. Il deposito è attualmente sotto sequestro e i Carabinieri hanno effettuato perquisizioni sia sul posto sia presso la sede della Sergen di Potenza, l’azienda incaricata della manutenzione del deposito.