Nel Giardino Inglese della Reggia di Caserta, testimonianze massoniche e simboli esoterici

Caserta- In quest’ultimo mezzo secolo la Massoneria italiana non ha avuto una ‘buona stampa’, né (spesso) buoni rappresentanti.  Infatti, quando si sente o si legge di Massoneria si pensa subito alla P2, a mafie coperte, a tentativi di golpe.

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Eppure non è stato sempre così. Basti pensare che il motto “Libertà, Uguaglianza, Fratellanza” fu prestato dalla Massoneria alla rivoluzione francese prima ed a quella napoletana poi, e che i maggiori protagonisti di questi avvenimenti che cambiarono la storia d’Europa erano massoni; così come in seguito, lo saranno personaggi quali Mazzini e Garibaldi, tanto per fare solo qualche nome.

Nel XVIII secolo, il Regno di Napoli aveva gran parte della sua intelligentia iscritta a Logge più o meno segrete. Anzi la Massoneria del Napoletano, pur avendo una matrice inglese rilevabile dalle due constitutions quasi simili, rivendicava una discendenza addirittura da Pitagora. Infatti in un opuscolo (Le costituzioni delle Società dei Liberi Muratori) uscito dalla stamperia di Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, il Gran Maestro sosteneva che la prima Loggia era stata fondata a Crotone da Pitagora i cui discepoli, in seguito dispersi in Francia ed in Inghilterra, avrebbero fatto nascere la Muratoria in quelle terre.

 In una “canzonetta” del 21 gennaio 1750, che chiude il volumetto citato, è detto: “… Venne a noi da l’Oriente / L’alma luce e l’almo ardor / E passando all’Occidente / Disgombrò l’antico error / Fu l’Italia prima il regno / Della salva umanità / Qui si espose il gran disegno / Dell’arcana libertà / Qui

venuta a Napoli di si sparse il primo eco / Della eterna verità / Si raccolse in questo loco / La La dispersa umanità…”.Maria Carolina d’Austria, moglie di re Ferdinando IV di Borbone, simpatizzante della Massoneria, oltre a far chiamare “la Filosofia in soccorso dei governi” commissionò, per la sua dimora casertana, opere che chiaramente riaffermavano i principi fondamentali della Massoneria.

Nel così detto “appartamento vecchio” il pittore austriaco Heinrich Fuger (Fratello Muratore) realizzò degli affreschi pregni di concetti e simboli massonici, come nella “Scuola di Atene” che, sotto un velo di allegorie, descrive una vera e propria iniziazione massonica, e ne “Il Parnaso” dove dal bosco dell’umanità profana, irrompono Libertà, Uguaglianza, Fratellanza, attese ed invocate dal popolo. Anche in altri quadri paesisti del palazzo, che sarebbe troppo lungo elencare, non mancano simboli massonici come: il tempio, la montagna, la piramide e l’edificio in costruzione.

Nel giardino inglese invece non ci sono più allegorie ma vere e proprie testimonianze architettoniche del pensiero massonico, come: l’edificio a piramide che nella simbologia dei Muratori è la sepoltura di Hiram, il costruttore del tempio di Salomone; l’obelisco, memoria del percorso verso la virtù; il tempietto circolare, circondato a sua volta da un verde labirinto, la difficoltà del cammino per raggiungere la Loggia delle perfezioni; la (ritrovata) grotta artificiale, luogo obbligatorio di passaggio e sosta per l’illuminazione; le false rovine del Tempio, costruito come una vera Loggia Massonica, metafora del tempio ideale. Il tutto in un percorso circolare, come il serpente Uroboros, che con la testa si tocca la coda.

Il giardino inglese voluto da Maria Carolina, ha avuto come promotori sir William Hamilton e sir Joseph Banks e come realizzatore il “giardiniere” John Andrew Graefer. Ad opera completata, era nato un “giardino romantico”, in apparenza: in effetti era stato realizzato il giardino sacro della vita con percorso a tappe (in opere architettoniche), verso l’illuminazione. E tutto, “Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo”.