Al Circolo Carlo Alberto 1886 ci sarà Paolo Miggiano con il libro: “C’è ancor tempo”

Padula –  Sabato 4 Febbraio 2023, ore 17:30, nelle “Sala Cultura Giovanni Russo” della sede sociale dell’antico e glorioso Sodalizio padulese, il Circolo Carlo Alberto 1886, con la preziosa collaborazione della Banca Monte Pruno e della Tubifor dei F.lli Fortunati, presenta il libro “C’E’ ANCORA TEMPO.

Storie di donne che resistono” di Paolo Miggiano. Dopo i saluti dell’Avv. Rosanna Bove Ferrigno, Presidente del Circolo Carlo Alberto, ne parlerà con l’Autore, il giornalista e scrittore Lorenzo Peluso. La presentazione sarà arricchita dalla testimonianza di Alfredo Avella, padre di Paolino, vittima di violenza, una delle storie raccontate nel libro.

Paolo Miggiano in passato ha scritto libri denuncia contro la Camorra, come la Guerra di Dario, NA K14314 Le strade della Mèhari di Giancarlo Siani, L’Altro Casalese, tutti legati tra loro da un filo rosso, come il sangue dei morti che la criminalità ha ammazzato, solo perchè davano loro fastidio.

Questa ultima opera “C’è ancora tempo – storie di donne che resistono” Paolo da voce alle mamme, padri, sorelle, di chi è stato ucciso da una criminalità comune, ma non per questo deve essere considerato meno importanti agli occhi dello Stato.
In questo libro lo scrittore mette l’accento su una questione paradossale, che in Italia, nonostante i continui rimproveri dell’Unione Europea, per lo Stato Italiano ci sono morti ammazzati di serie A, e morti di serie B.

Perchè se nel primo caso lo Stato garantisce, giustamente, un sostegno economico alle vittime (e ai familiari superstiti), delle mafie, del terrorismo e ai caduti nell’adempimento del proprio dovere, nel secondo caso se si è ammazzati da un coltello di un coetaneo, dalla violenza di un compagno geloso, dal gesto di un rapinatore, o di uno scellerato che spara all’impazzata la notte di Capodanno, in questi casi lo Stato, garantirà solo pochi migliaia di euro, lasciando, ai parenti rimasti, solo sofferenza. Lo scrittore attraverso questo libro porta all’attenzione dell’opinione pubblica le storie di Paolino, di Salvatore, di Daniele e Loris, Giuseppe, Rita e di Franco, tolti alla vita troppo presto, lasciando nel dolore madri, padri,sorelle e fratelli, nella lotta di tutti i giorni per far rispettare e ricordare degnamente i propri cari.

Si tratta di storie che pochi raccontano, forse perché non fanno notizia o perché tutt’al più utili per l’impianto di un talkshow televisivo strappa-lacrime. Sono vicende con cui Miggiano tratteggia il profilo sfuggente di un’Italia distratta. Sono cronache dimenticate soprattutto dallo Stato: sono le storie delle vittime della criminalità comune.

Paolo Miggiano racconta le vite letteralmente strappate di alcune di queste donne e della loro capacità di resistere e reagire al terribile torto subito. Donne che meriterebbero massimo rispetto e grande solidarietà mentre, al contrario, sono vittime trasparenti che lo Stato non riesce a vedere. I diritti d’autore del libro sono donati in beneficenza a favore di Lucia Di Mauro, vedova di Gaetano Montanino, per sostenere il reinserimento sociale e lavorativo di uno degli autori dell’assassinio del marito.

Complimenti all’amico Paolo che con questo libro ha lasciato una fiaccola accesa, per non lasciare al buio chi ha subito una ingiustizia tutta italiana.
PAOLO MIGGIANO, laureato in Scienze dell’Investigazione, è giornalista pubblicista. Per trentaquattro anni elicotterista della Polizia di Stato.

È coordinatore delle attività della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati alle mafie, già membro della Direzione nazionale di Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato e degli Organismi di rappresentanza dei lavoratori della Polizia di Stato. Tra i suoi libri Morire a Procida; I nuovi modelli di sicurezza urbana. L’esperienza della Regione Campania; Qualcun altro bussò alla porta. Dario Scherillo e altre storie di persone vittime della violenza criminale; A testa alta. Federico Del Prete: una storia di resistenza alla camorra, grazie al quale ha ricevuto la menzione speciale al Premio Giancarlo Siani del 2012, e ha vinto il Primo Premio Tulliola 2014.