Campania – Francesco Durante, illustre musicista e compositore, che vide la luce a Frattamaggiore il 31 Marzo del 1684, fu una delle figure più rappresentative del panorama musicale del ’700 italiano. Già direttore del Conservatorio di Sant’ Onofrio a Capuana, fu allievo dello Scarlatti al quale successe giovanissimo alla direzione dello stesso Conservatorio.
A lui si devono una svariata serie di opere dal contenuto unico e raffinatissimo; compositore geniale ed innovativo, ispirò grandissimi musicisti, quali Paisiello, Pergolesi, Jommelli e il Piccinni. Le sue armonie inconfondibili e delicate furono definite dalla critica musicale del tempo “meravigliosi poemi musicali”.
Divennero famosissime in tutto il mondo le sue “Romanze” e le sue “Canzoni”, le “Arie”, le “Toccate e fughe” e le “Composizioni per cembalo”. Queste ultime saranno poi considerate dagli studiosi della scuola musicale napoletana del’700 veri e propri capolavori, tanto da essere ricordate come composizioni dal contenuto magico e dalle atmosfere surreali.
Una collezione completa delle sue opere sacre si trova nella Biblioteca di Parigi ed è contenuta nella Biographie Universelle di Francoise J. Fètis. Nella stessa città, sulla facciata principale dell’Opera, vi è un suo busto in marmo. Molte sue messe ed alcuni requiem insieme a rari manoscritti, sono conservati anche in Austria, nella Biblioteca Nazionale di Vienna. Per la sua grande produzione musicale, dedicata particolarmente alle armonie per la chiesa, Francesco Durante fu considerato uno dei maggiori compositori di musiche sacre, merito riconosciutogli dalle numerose pubblicazioni sulla musicologia e sulla storia della musica. La sua predilezione per la composizione sacra, infatti, contribuì a collocarlo al di fuori del panorama della musica barocca napoletana.
In quella che fu l’età dei lumi, in cui imperversavano gli eccessi delle linee curve e degli stucchi dorati delle facciate di chiese ed edifici, coerentemente con il significato (dispregiativo) di Barrueca, (Barocco, tradotto da un termine ispano-portoghese), paragonabile ad una perla dai margini irregolari, l’eleganza e le soavi armonie del Durante, controcorrente con la musica del tempo, venivano sempre più apprezzate, non solo in Italia, ma anche in Europa. Il maestro morì a Napoli il 30 settembre del 1755, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo della musica classica del XVIII secolo.Tra le molteplici pubblicazioni a lui dedicate, va sicuramente ricordato il pregevole lavoro di Sosio Capasso (1915-2003), “Magnificat, vita e opere di Francesco Durante” (prima edizione) pp 68 anno 1998