Primo Piano – Undici agenti di polizia penitenziaria del carcere Pietro Cerulli di Trapani sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre altri 14 sono stati sospesi dal pubblico ufficio, in seguito a un’inchiesta per torture, abusi d’autorità e falso ideologico contro i detenuti.
I 25 agenti accusati sono stati raggiunti da misure cautelari e interdittive, in quanto ritenuti responsabili di torture, abuso d’autorità e falsificazione di atti ufficiali. Le indagini hanno portato alla luce episodi di violenza sistematica ai danni di detenuti, che, stando alle accuse, sarebbero stati maltrattati in modo brutale all’interno del penitenziario.
L’ordinanza del giudice per le indagini preliminari (GIP) di Trapani è stata eseguita dal nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria di Palermo, con il supporto dei reparti territoriali e del nucleo investigativo centrale. Gli arresti domiciliari e le sospensioni dall’incarico sono il risultato di un’indagine approfondita che ha coinvolto vari livelli delle forze di polizia penitenziaria.
Oltre agli agenti arrestati e sospesi, sono stati emessi decreti di perquisizione per raccogliere ulteriori prove e individuare eventuali complici o responsabilità dirette. In totale, 46 persone sono attualmente indagate e l’operazione prosegue con l’obiettivo di fare luce su quanto accaduto all’interno del carcere di Trapani.