Teverola – I Carabinieri di Maddaloni, nell’ambito di complessa e strutturata attività d’indagine coordinata dai Magistrati della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e che già aveva portato all’arresto del Sindaco e di due assessori del comune di Maddaloni nonché di un amministratore giudiziario di beni confiscati alla criminalità organizzata, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dall’Ufficio GIP, nei confronti di:
- Romano Luigi, sindaco del Comune di Vitulazio, custodia in carcere;
- Catone Antonio, Assessore all’Ecologia del comune di Vitulazio, custodia in carcere;
- Criscione Franco Aurilio, geologo, custodia in carcere;
- Di Matteo Dario, sindaco del Comune di Teverola, custodia in carcere
ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti e abuso d’ufficio, indebita induzione a dare o promettere utilità (artt. 110, 319,319 quater,321,353 c.p.)
L’indagine condotta dal giugno 2015 al marzo 2016,mediante attività tecnica (intercettazioni telefoniche e ambientali), dinamica (pedinamenti) e prove dichiarative, ha permesso di accertare e disvelare per i comuni di Vitulazio e Teverola, così come in precedenza per il comune di Maddaloni, un avvilente scenario in cui amministratori pubblici,eletti e/o nominati a garanzia e tutela degli interessi della collettività, piegano la funzione pubblica a meri interessi privati.
Per quanto riguarda il comune di Vitulazio, è emersa una gestione “domestica” da parte del Sindaco Luigi Romano e di alcuni amministratori comunali a lui vicini, mediante adoperava con consumata professionalità per indirizzare la gara di appalto di cui sopra, preselezionando i concorrenti,dettando loro le offerte che dovevano presentare e, successivamente all’assegnazione dell’incarico provando a condizionare la metodologia scientifica di redazione della relazione, al solo fine di carpire il maggior utile possibile a discapito del numero dei sondaggi da effettuare. In sostanza, con i soldi pubblici stanziati dal Comune per l’incarico oggetto di gara, si sarebbe soddisfatto un debito privato del Criscione nei confronti dell’imprenditore titolare della ditta di sondaggi, sotto la guida del Sindaco Romano.
Per quanto riguarda il comune di Teverola veniva accertato che il sindaco Dario Di Matteo, eletto nel giugno 2015 ed indagato per art. 319 quater c.p., abusava della sua qualità e dei suoi poteri, ritardando la liquidazione dei mandati di pagamento ed effettuando lamentele e contestazioni alla ditta DHI Holding s.p.a. di Alberto Di Nardi incaricata del servizio di raccolta e trasporto rifiuti urbani e disponendo continue proroghe, tutte illegittime, allo scopo di costringerlo ad assumere un dipendente, nipote di un assessore comunale e a promettere l’assunzione di altri due nonché a corrispondere la somma di euro 1500 sotto forma di sponsor.
Il Sindaco in cambio dei favori ricevuti dall’imprenditore, provvedeva a sbloccare il pagamento degli stipendi degli operatori ecologici ed a prorogare illegittimamente, senza alcun problema, il servizio alla DHI spa, oltre a promettere al Di Nardi l’aggiudicazione del predisponendo bando di gara quinquennale. Le richieste di assunzione e di sponsorizzazione del Di Matteo come di altri Sindaci,lungi dall’esaurirsi nella semplice pratica clientelare, si sostanziano in una nuova forma, più edulcorata ma non certo meno illecita, di richiesta di corresponsione di tangenti, modalità utile all’accrescimento del consenso elettorale.
La vicenda afferente il comune di Teverola presenta aspetti di rilevante gravità, sia sotto il profilo della legittimità della gestione amministrativa che sotto quello afferente la condotta del Sindaco. Infatti macroscopiche sono state le illegalità accertate nella assegnazione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, avvenuta mediante una procedura di gara artatamente prescelta al solo fine di aggirare la normativa sugli appalti pubblici aventi ad oggetti lavori di importo superiore alla soglia comunitaria.
Ma ciò che ha caratterizzato l’operato dell’amministrazione comunale di Teverola è il fatto che non si sia neanche provato a dare una parvenza di legalità alla continua proroga del servizio i raccolta dei rifiuti alla DHI s.p.a., attuata non già, come avvenuto per gli altri Comuni (Vitulazio e Maddaloni) mediante ordinanza contingibili e urgenti, ma addirittura mediante semplice determine del Dirigente.
Le richieste e pressioni esercitate dal Di Matteo nei confronti del Di Nardi, ancora una volta definito dal GIP un vero e proprio bancomat, si sono interrotte solo con l’arresto di quest’ultimo avvenuto il 7.03.2016, giorno stesso in cui il Sindaco, consapevole dell’illegittimità delle proroghe così disposte nell’assegnazione del servizio in esame, dava incarico all’Ufficio tecnico del Comune di accelerare le procedure per l’indizione di una gara pubblica per il servizio di igiene urbana.