Attentato e caduta delle Torri Gemelle: tra memoria e futuro

Editoriale – Era un pomeriggio di qualche anno fa ,quando entusiasta come ogni anno nel comprare tutto ciò che mi sarebbe servito per la scuola, mi recavo in cartoleria, quei tempi in cui gli unici pensieri erano decidere quale diario comprare o che copertina scegliere per i propri libri …Quel pomeriggio ad un certo punto incominciò a piovere, e ricordo di aver percorso un po’ di strada a piedi con quello zaino pieno di “saperi”, la noia di dover tornare tra un banco di scuola da una parte, e dall’altra quella sensazione di entusiasmo delle cose che profumano di nuovo, come i libri, anche quando sono usati.

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Feci le scale di casa, abbandonai lo zaino, ricordo esattamente com’ero vestita. Jeans scuri e larghi e una magliettina bianca. A casa non c’era nessuno. Mi sedetti sul divano, e accesi la tv. Su Rai 1 stavano trasmettendo la scena di un “film” in cui alcuni alcuni aerei colpivano delle torri molto alte che andavano a fuoco. Decisi di cambiare canale. Su Rai2, su Rai3, su canale 5, su Italia uno, stavano trasmettendo tutti la stessa scena.

“Non è un film” pensai. Lasciai su un canale qualsiasi. Sentivo la voce di sottofondo che commentava con parole come “attacco terroristico”. Ne avevo sentito parlare, a scuola forse, in qualche noiosa lezione di storia.Rimasi per un’ora imbambolata, mentre la gente si lanciava dai grattacieli. Ero immobile. Credo che fu quello il giorno esatto in cui mi resi conto che la realtà assomiglia ai film di fantascienza, e che spesso può superarli.

Questa notte il sonno non arriva, e la tv accesa trasmette su tutti i canali altre scene di un “film”. C’è pioggia e vento, le macchine sono sommerse dall’acqua, la gente scappa. In tante parti del mondo. Non c’é nulla in comune tra questi due eventi che distano tra loro 16 anni circa. O forse c’é tutto. La consapevolezza dell’uomo che distrugge, della natura che non risparmia, del dolore nell’impotenza.

E di un’unica grande verità: investire il tempo che resta per vivere senza dimenticare, guardando al futuro, praticando giorno dopo giorno qualcosa che possa lasciare questa terra leggermente migliore, vivendo il silenzio, rispettando il dolore e non dimenticando di credere nell’amore. Che forse non c’entra davvero nulla in questa storia, ma che è sempre la chiave di salvezza in un mondo che abbiamo smesso di capire.