Condanna ridotta per Oscar Vesevo, il poliziotto accusato della sparizione di una pen drive

Campani – La seconda sezione della Corte di Appello di Napoli ha ridotto la condanna per Oscar Vesevo, sovrintendente di polizia coinvolto in un caso controverso legato all’arresto del boss Michele Zagaria. Vesevo è stato condannato a tre anni e tre mesi di reclusione, contro i sei anni e due mesi inflitti in primo grado.

Vesevo era stato accusato di peculato per la presunta sparizione di una pen drive dal covo di Zagaria durante l’operazione che portò all’arresto del boss. La Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) aveva inizialmente sostenuto che il poliziotto si fosse appropriato del dispositivo con l’intento di venderlo, credendo contenesse informazioni compromettenti del boss, per un guadagno di 50.000 euro.

Tuttavia, ulteriori indagini hanno rivelato che la pen drive conteneva semplicemente file musicali e che probabilmente apparteneva alla figlia di Vincenzo Inquieto e Rosaria Massa, la coppia che ospitava Zagaria nel periodo della sua latitanza. Inquieto e Massa sono stati condannati per favoreggiamento.

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