Campania – Per il mondo popolare, specialmente per quello della zona atellana, si deve ricorrere necessariamente alla memoria collettiva. Per ritrovare rari frammenti e testimonianze orali, bisogna ricomporre il ciclo dell’uomo attraverso gli aspetti magico – religiosi, i canti, le feste, di quel mondo subalterno, ormai quasi del tutto dimenticato.
Eppure la conoscenza del mondo contadino non è importante solo per salvare quel poco che resta, ma anche per capire una realtà ignorata nei suoi rapporti con la storia, nel suo trasformarsi nel tempo, nel suo improvviso estinguersi. Cercare di ricostruire questo mondo non è un riandare romantico a nostalgici paradisi perduti, né una ricerca delle proprie radici per una più o meno dotta interpretazione socio-psicologica dell’anima popolare, ma solo un tentativo di dare una testimonianza scritta di modi e memorie, di una terra che fu un’isola di precursori e rivoluzionari.
All’interno di quell’isola dell’Europa non toccata dalla tempesta rinascimentale anti magica, che assorbi l’ondata illuministica della razionalità, così com’era, circondata dall’acqua Santa e dall’acqua salata. Era così il Regno delle due Sicilie. dove L’economia povera e subalterna impegnava rapporti sociali, credenze, feste.
La dote, il corredo, che la donna doveva portare all’atto del matrimonio (istituzionalizzati da consuetudini e norme) non erano che un contributo alla fondazione e alla vita della nuova famiglia. I doveri che gli sposi avevano verso le rispettive famiglie erano norme morali, che, assicuravano ai “vecchi”, assistenza materiale e spirituale.
Sempre in questa prospettiva va guardato il comparatico con i suoi diritti-doveri fra il padrino e il figlioccio e le due famiglie. Anzi questa istituzione era anche il tentativo di avvicinare le classi nei dovuti limiti, o abolirle addirittura. E la stessa camorra, quella romanticizzata dai racconti degli anziani, era un modo di allargare la famiglia verso l’ altra famiglia, un mezzo per ottenere trasgredendo la legge dei ricchi, una più equa distribuzione della ricchezza: il forte che toglie ai ricchi per dare ai poveri.
Dalle classi povere, sono sempre provenuti i ribelli, i fuorilegge, i briganti, i camorristi. Il cambio di classe è stato sempre ammirato. E anche quando questo evento è dovuto a trasgressioni sessuali, il fatto è mitizzato dalla presenza in casa, del cosiddetto “monaciello” oppure dall’amicizia di una fata.