Umbria. Il 27 e il 28 gennaio prossimo, in occasione della “Giornata della Memoria”, (ricorrenza internazionale che si celebra il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell’olocausto), presso il Teatro comunale San Filippo Neri – Montefalco (27 gennaio), e il Teatro degli Occhi – Calvi dell’Umbria (28 gennaio), alle ore 21:15, andrà in scena RiKordami, da un opera poetica di Antonio Fresa, con gli attori Cristina Caldani e Massimo Manini.
Lo spettacolo parla di due fratelli, un uomo e una donna senza nome: lui introspettivo e contenuto negli atteggiamenti, lei più espansiva e con la gioia di vivere. Giocano, ricordando diversi momenti della loro vita passata: di svaghi quotidiani rubati all’infanzia e di un viaggio, di un ultimo viaggio fatto insieme ai propri genitori e a tantissima altra gente appartenente alla loro cultura: il popolo ebraico. Passano così dal clima sereno e protetto delle stanze della loro casa, ai paesaggi osservati attraverso i finestrini del treno, in cui il sole accendeva i colori e scaldava la tiepida aria vissuta in tante vacanze. Dall’odor di salsedine proveniente dal mare, a quello di resina di pinete e boscaglie. Man mano che il viaggio procede però, si restringono gli spazi attorno a loro; cambiano i paesaggi e la luce si fa sempre più fioca. I buoni e profumati odori spariscono, per far spazio ad un putrido e fetido olezzo. Fino a quando gli umori corporei prevalgono su quelli dei campi, e i mugugni di sofferenza delle persone accanto, vengono interrotti da cani che ringhiano e da brutali comandi in lingua tedesca. È in questo momento, che il viaggio dei due fratelli, prende due strade diverse fino arrivare a far porre loro una domanda: “quando l’ultimo dei nostri testimoni ebrei avrà cessato di vivere, chi si ricorderà di ricordare?” Una domanda che questo originale lavoro si pone, costituendosi “parte civile” di una vicenda drammatica, come la Shoah. Ed è originale, perchè non si limita a raccontare una delle tante “storie” capitate agli ebrei; ma perché, nel raccontare la vicenda di una famiglia, rende universale un dramma che è appartenuto ad altre culture. Dai curdi agli armeni, dai rohingya così come ad altre civiltà, lo spettacolo intende mettere lo spettatore di fronte alla responsabilità di “farsi ponte” tra il passato e il presente della propria storia. Perché il dramma vissuto dal popolo ebraico, a differenza di qualsiasi altro popolo, dai rastrellamenti alle deportazioni, dai campi di concentramento allo sterminio, è cosa che riguarda tutti: e tocca ognuno non solo da vicino, ma soprattutto da lontano. La nostra storia, nella fattispecie, è infatti intrisa di così tanta cultura ebraica, che la trasuda; e non solo quella parte dalla quale ha avuto origine la nostra religione. Dire quindi che “gli ebrei siamo noi”, non è un esercizio di stile o pura retorica da pronunciare solo il 27 gennaio di ogni anno allo scopo di lavarsi la coscienza: ognuno di noi è ebreo in quanto riflesso di ciò che gli ebrei non sono. Ma è solo nello specchiarci dentro la loro storia, che possiamo avere l’immagine più vera di noi e della cultura da cui proveniamo; quella più dura e fastidiosa da accettare e che spesso, per autocompiacimento è stata distorta per nascondere scomode verità. Un dovere morale quindi, quello di ricordare, che per rispetto dei popoli colpiti e dei nostri simili, ognuno dovrebbe necessariamente assolvere.
GLI ATTORI
Cristina Caldani Formatasi presso lo Studio di Arti Sceniche di Alessandro Fersen, debutta come attrice nel 1983 e da allora prosegue ininterrottamente la sua attività di attrice spaziando dal teatro ragazzi, al musicals, al teatro di ricerca, alla prosa, collaborando con professionisti di rilevanza nazionale. E’ autrice e regista di numerosi testi e spettacoli di teatro per ragazzi. Per più di vent’anni ha condotto laboratori teatrali nelle scuole primarie, secondarie e superiori. Dal 2012 è responsabile organizzativo di Athanor Eventi e direttore del Teatro Spazio Fabbrica di Lugnano in Teverina, nonché coordinatore del laboratorio teatrale permanente Spazio FabbricaLab, della stessa struttura.
Massimo Manini Attore e regista di teatro e cinema d’Impegno Civile, Massimo Manini è ideatore di progetti di propedeutica teatrale all’interno delle scuole di ogni ordine e grado. Formatosi negli anni ’70 con maestri del teatro di ricerca, ha lavorato nelle maggiori rassegne e festival nazionali e internazionali, in televisione, e cinema. Autore del romanzo storico “Fòdbal 4a Brigata”, dal 1 luglio 2018, è il Cofondatore, Presidente e Direttore Artistico di Surgente, Cooperativa di Comunità che gestisce la Foresta Fossile di Dunarobba, un sito paleontologico unico al mondo per il quale ha ideato un innovativo progetto di rilancio culturale ed economico per il territorio di Avigliano Umbro.
L’AUTORE
Antonio Fresa Residente in Umbria, Antonio Fresa è nato a Portici (Na). Oltre a insegnare filosofia, le sue attività si rivolgono anche alla realizzazione di eventi culturali e alla gestione delle attività dell’Unitre di Narni. Ha pubblicato alcuni racconti partecipando con buoni risultati a premi letterari di carattere nazionale. Nel 2016 ha pubblicato la raccolta di racconti “Delitti esemplari nel bel paese”, con la casa editrice L’Erudita. Nel 2019 ha portato in scena il suo monologo “Nea-polis: una conferenza impossibile” e pubblicato il suo il libro di saggi e racconti “Nea-polis, ovvero contro l’ovvietà del presente”.
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