Aversa – Nell’ambito della manifestazione letteraria nazionale ‘Un libro amico per l’inverno’ ed. 2018 è stato conferito all’infermiere-scrittore Armando Pirolli il Premio Speciale Miglior Opera Prima al suo romanzo “Ti racconto il mio OPG” edito e curato da La Ruota edizioni Roma.
Per la commissione giudicatrice il libro dell’autore aversano contiene “Pagine capaci di illuminare in maniera penetrante i problemi e le fatiche di chi lavora in ambienti particolari. Un racconto che si scrolla di dosso il superfluo per entrare in un dettato che nasce dalle emozioni che connotano i rapporti tra gli esseri umani”. La città di Aversa è stata presente alla premiazione attraverso un saluto scritto ed inviato dal sindaco Enrico de Cristofaro, grazie al consigliere Francesco di Virgilio. Il primo cittadino ha indirizzato un saluto agli organizzatori e partecipanti del premio. “Pur non potendo essere con voi personalmente, ci tengo ad inviarmi un mio messaggio di saluto. Grazie al nostro concittadino Armando Pirolli il tema dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa è diventato argomento di letteratura e di buona lettura. L’ex Opg per noi aversani ha sempre rappresentato un’enclave nella città con un fascino tutto suo. Grazie però a chi l’ha vissuto e lo vive, spesso sono stati abbattuti quegli alti muri perimetrali. Intorno alla struttura ci sono tante storie e leggende che hanno, da sempre, affascinato la Città. Per gli aversani è semplicemente ‘o carcere’ che ha ospitato nel tempo tra i più pericolosi criminali comuni, come il “mostro di Posillipo” Andrea Maria Rea, colpevole dell’omicidio di due donne, una delle quali uccisa con 18 coltellate e poi fatta a pezzi prima di essere rinchiusa in una valigia, l’ altra mai trovata o Lino Renzi, rinominato “il cannibale di Salerno”, che nel luglio 2013 uccise e smembrò sua madre, Maria Pia Guariglia di 77 anni, mangiandone il corpo dopo l’assassinio.
Certamente la storia più impressa nella memoria degli aversani è quella legata al boss Raffaele Cutolo, che da Aversa evase il pomeriggio del 5 febbraio del 1978. Quel giorno Cutolo riuscì ad evadere grazie ad una bomba che aprì uno squarcio di una diecina di metri nel muro di cinta di piazza Cirillo. Il boss della Nuova Camorra Organizzata si ritrovò fuori dal carcere, alle spalle del seminario vescovile della città. Ma da quando Armando Pirolli ha scritto il suo libro abbiamo noi tutti una visione nuova. Attraverso il racconto di Armando abbiamo conosciuto il vissuto, sia lavorativo che di vita, avvenuto all’interno delle mura della struttura. Situazioni complicate, ed esperienze di notevole portata, quelle scritte nelle pagine del libro, che ci hanno concesso di aprire degli squarci intensi nell’animo, raccontando una realtà di vita vissuta da un operatore all’interno del complicato contesto di un ospedale psichiatrico giudiziario”.